Chi sono

In breve

Nato nel 1966 ad Ascoli Piceno, da famiglia contadina, dopo la maturità scientifica ho studiato Fisica all’Università di Bologna. Tornato a lavorare nella piccola azienda agricola di famiglia, dai primi anni Novanta nel tempo libero ho iniziato a dedicarmi alle traduzioni. Mettendo a frutto la passione per le lingue (inizialmente l’inglese, appreso con ottimi risultati a scuola; poi anche il francese e lo spagnolo, studiati da autodidatta) e l’approfondimento culturale, presto sono arrivato a farne la mia professione.

Duttile e versatile, in trent’anni di attività ho tradotto un po’ di tutto, ma principalmente in ambito editoriale.

Prima per importanti periodici (dall’esordio con il trimestrale culturale europeo «Lettera internazionale», nel 1992, alla lunga e intensa collaborazione con il settimanale «Internazionale», dal 1996 al 2011, più contributi per «Testo a Fronte», «Telèma» e «la Rivista dei Libri»), traducendo un ricchissimo assortimento di autori (giornalisti, commentatori, saggisti, narratori) e di testi (scienza, attualità, politica, geopolitica, economia, ecologia, internet, società, critica letteraria; articoli, reportage, recensioni, fumetti, racconti).

Poi, dal 2000, dopo un corso specialistico in traduzione per l’editoria (Tradurre la letteratura, a Misano Adriatico), curando anche libri di saggistica e narrativa per varie case editrici, tra cui Fazi, Luca Sossella, Baldini Castoldi Dalai, Blu Edizioni, minimum fax, Laterza, Alet, La Nuova Frontiera, Codice e Hoepli.

Negli anni mi sono inoltre occupato di revisioni, schede di lettura e proposte editoriali, con un interesse speciale per autori americani e canadesi.

Oggi mi divido tra l’attività di agricoltore nella piccola azienda di famiglia, di cui dal 2007 sono anche il titolare, e traduzioni essenzialmente dall’inglese, con una predilezione per i libri di nonfiction, le (auto)biografie e il giornalismo narrativo.

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Altro

Con una ricca cultura generale e una spiccata curiosità intellettuale, leggo ad amplissimo raggio, su carta, ebook e web, con una predilezione per la forma lunga e i testi di qualità.

Ho ottima dimestichezza con la Rete, i suoi strumenti, i contenuti, le dinamiche.

Intensa nella prima metà degli anni Zero la partecipazione a diverse liste di discussione per traduttori (su Biblit, in particolare, nel 2003 fui tra gli autori e i coordinatori della lettera aperta alla stampa dei cosiddetti Cavalieri erranti della letteratura), seguita da una presenza attiva sui blog del settore.

Dal 2004 al 2012 ho curato il blog fogliedivite. Successivamente, al di fuori dei social, ho continuato a pubblicare dei post su questo sito, ma con sempre minore frequenza, fino a interrompere quasi del tutto.

Da ultimo sto invece portando avanti due piccoli blog/newsletter su Substack: Le didascalie, a titolo personale; Scritture, in forma collaborativa.

Per chiudere, rimanendo nell’ambito delle traduzioni, nel 1999 ho sviluppato TradBase, un gestionale Access per i lavori di traduzione, tuttora scaricato e/o utilizzato da diversi colleghi.

Citazioni (e traduzioni) preferite in tema di traduzione

Tradurre equivale a essere in analisi, ed è meno oneroso. Altrettanto interminabile, tradurre investe un autore di una passione paradossale per parole non sue.

Henri Meschonnic, Poétique du traduire

Il libro esce. Il traduttore è abbandonato alle sue falle, al suo ideale di Io maltrattato, alla sua lotta con meccanismi di difesa che finora l’aiutavano a vivere. Ha demistificato l’autore, lo conosce meglio di quanto l’autore non si conosca da sé, ma è lo scrittore che si interroga. È votato alla modestia. Deve tacere, per non usurpare il posto dell’Altro. Cura allora le ferite e, un po’ masochista, si prepara per una nuova avventura.

Si consoli, però. Ha avuto il privilegio di accedere alla sfera delle emozioni, è riuscito a imboccare la via della loro espressione attraverso il linguaggio. E non è stato il solo a compiere questo viaggio lungo e faticoso: come lui altri traduttori, certo, ma anche autori, pittori, musicisti e artisti hanno esplorato quello spazio intermedio tra l’inconscio e la sua espressione privilegiata, che va sotto il nome di arte.

Thilde Barboni, Le blues du chevalier inexistant

(Ultimo aggiornamento: 25 novembre 2024)