Ottobre, voglia di traduzione
Ottobre. E mo’ ti voglio!
Raccolta delle olive: le poche – sane – rimaste sulle piante. Castagne: se ci sono e non le raccoglie prima qualcun altro. Preparazione dei campi per la semina autunnale: se il meteo consente. Nuovi lavori, intellettuali e non: se vanno finalmente in porto. Varie ed eventuali, che non mancano mai (vedi scioperi dei lavoratori FS che obbligano a cambi di programmi, tipo disagevoli viaggi notturni con treni garantiti, per prevenire disagi maggiori). Follie multiple in giro per il mondo: anche queste non mancano mai, specie di questi tempi.
Sarà un mese di quelli tosti, non si discute; meglio cercare di iniziarlo con il piede giusto. Per esempio, con valide letture.
Al riguardo, un libro che ho appena iniziato e che mi sta facendo un’ottima impressione è il saggio Philosophy of Translation di Damion Searl (Yale University Press, 2024).
L’ho notato ad agosto a Berlino (dove mi trovavo per la prima volta, sia pur per un giorno soltanto, di passaggio), trascinato in Friedrichstraße per avere un assaggio dell’enorme libreria su cinque piani – ma non solo libreria – del Dussmann KulturKaufhaus. Nella sezione nonfiction dei libri in lingua inglese ero stato colpito proprio da questo titolo, per ovvi motivi professionali. Ed ero lì lì per prenderlo, ma considerazioni di peso – uno zaino già impegnativo di suo – alla fine mi hanno fatto desistere. Mi ero comunque ripromesso di tenerlo a mente per i futuri acquisti online in formato ebook. Così ieri, san Girolamo e giornata internazionale della traduzione, dopo aver letto e scaricato l’estratto gratuito per Kindle, ho rimediato al mancato acquisto berlinese. Con piena soddisfazione, per il momento.