Arnaldo Cipolla e il «sentimento “pioniero” degli italici immigrati» in America

Viene sempre utile frugare fra le bancarelle dei libri usati, come aprire periodicamente a caso uno dei libri così rimediati. Guarda per esempio che salta fuori aprendo a pagina 119 Nell’America del Nord. Impressioni di viaggio in Alaska, Stati Uniti e Canada, di Arnaldo Cipolla, pubblicato da Paravia nel 1928. Ebbene, benigno lettore, vivendo nel West, ho imparato che l’intensità dell’applicazione americana al lavoro è un magnifico bluff. Anzi è il bluff più colossale che gli americani abbiano diffuso sul loro conto. In primo luogo, su cento americani, il 35% soltanto, se pure, lavora effettivamente, produce; mentre il 65% si […]

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A matter of translation

181. Pharmakon means drug, but as Jacques Derrida and others have pointed out, the word in Greek famously refuses to designate whether poison or cure. It holds both in the bowl. In the dialogues Plato uses the word to refer to everything from an illness, its cause, its cure, a recipe, a charm, a substance, a spell, artificial color, and paint. Plato does not call fucking pharmakon, but then again, while he talks plenty about love, Plato does not say much about fucking. 182. In the Phaedrus, the written word is also notoriously called pharmakon. The question up for debate […]

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Il creatore crea, di tutto e di più. Ama il brio, l’effervescenza

(…) the creator creates. Does he stoop, does he speak, does he save, succor, prevail? Maybe. But he creates; he creates everything and anything. (…) The creator goes off on one wild, specific tangent after another, or millions simultaneously, with an exuberance that would seem to be unwarranted, and with an abandoned energy sprung from an unfathomable font. (…) Freedom is the world’s water and weather, the world’s nourishment freely given, its soil and sap: and the creator loves pizzazz. Annie Dillard, Pilgrim at Thinker Creek, in Three by Annie Dillard, New York, Harper Perennial, 1990, p. 135. PS Voglio, […]

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Una generazione al massimo

L’ennesimo funerale. Nel paese di residenza – ma un po’ ovunque, in Italia, pare di capire – sono già diversi anni che la fascia d’età 70-80-90 perde componenti a ritmi accelerati (fenomeno peraltro accentuato anche tra le fasce più giovani, comprese le giovanissime, purtroppo). Per un lungo periodo questa generazione è stata l’incarnazione stessa dell’aumento della durata della vita media, con uno scarto – a spanne – di dieci anni e più rispetto a quella dei genitori (tra le cui fila, però, c’erano anche campioni eccezionali di longevità, per tanti aspetti difficilmente eguagliabili). È una generazione che è arrivata sostanzialmente […]

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La battaglia quotidiana per «una vita decente»

Un giorno dovrò tornare seriamente sulla traduzione di L’uomo che scrisse il romanzo perfetto, di Charles J. Shields (Fazi Editore, 2016). Un libro che più di altri mi è piaciuto (co)tradurre, avendolo subito sentito “mio” (non ultimo, non lo nego, per la comune estrazione contadina con John Williams); che davvero credo mi abbia detto e dato più di altri; e per il quale nemmeno le immancabili difficoltà di lavorazione si sono fatte sentire in modo particolare. Essendo un’anteprima mondiale, il testo in inglese su cui io e la @copydimare abbiamo iniziato a lavorare non era ancora quello definitivo; giunta la […]

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