In viaggio

Continuava a essere, per autocitarsi (un’abitudine, questa, che difficilmente avrebbe perso, malgrado sostenesse di essere ormai un’altra persona rispetto all’io logorroico, autoreferenziale e non di rado supponente coltivato spesso negli ultimi quindici anni. Prova poteva esserne, diceva, che da mesi rifuggisse dall’uso della prima persona le volte che non resisteva a scrivere di sé – abitudine, anche questa, dura a morire – su blog e reti sociali, da ultimo rinunciando persino al tu per raccontarsi semmai in terza persona e perdipiù al passato, dunque con maggiore autocontrollo e distacco), un periodo assai difficile, che vedeva l’aggrovigliarsi e l’avvitarsi di tante […]

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Slowly and quietly

Era tempo. Tempo di ricominciare a darsi da fare – si trattasse anche soltanto di scrivere, quando non di leggere e tradurre, per il mero gusto di farlo – con quanta più costanza e convinzione riuscisse a estrarre da sé. Era infatti ripiegata l’estate, passato anche il clamore del ferragosto. E la pioggerella mite che ora scendeva tra un raggio di sole e l’altro stava lì a ricordare che settembre era più che vicino e presto un po’ tutti sarebbero tornati agli impieghi e ai passatempi abituali, amati e non. Era anche tempo di pomodori, frattanto, di pelati e conserve […]

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Interludio #18

Poteva quasi dire, dell’estate 2013, poco passato ferragosto, che fu l’estate in cui dimenticò il computer: smise di usarlo con quotidiana intensità e ossessione; smise di badare e pensare lungamente alle email, ai blog, ai social network. E per giorni smise anche di consultare le news sui siti nazionali e internazionali, le questioni politiche interne meno che mai. Smise di essere, insomma, quello che era diventato negli ultimi quindici anni, da quando internet aveva rivoluzionato – e per lunghi tratti monopolizzato – la sua vita. Cosa lo aspettasse, ora, non sapeva dirlo con una minima idea di certezza. L’unico elemento di […]

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Qualcosa di diverso

[…] Vinco più spesso. Dovrei essere contento. Invece sono nervoso, perché è finita. Ho goduto di una trionfante stagione sul cemento, il mio corpo vuole continuare a giocare su quella superficie, ma sta per iniziare la stagione sulla terra. Il brusco passaggio da una superficie all’altra cambia tutto. Il tennis sulla terra è diverso, perciò il tuo gioco dev’essere diverso e così il tuo corpo. Invece di saltare da una parte all’altra, con partenze e arresti rapidi, devi scivolare, piegarti e danzare. Muscoli familiari svolgono un ruolo di supporto, mentre dominano quelli rimasti inattivi fino ad allora. È già abbastanza […]

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