La nottola di Minerva
(18 dicembre 2005)
La mia prima traduzione su commissione, e anche la prima pubblicata, è del maggio 1992: un saggio breve del politologo israeliano Shlomo Avineri, uscito nel settembre 1991 sul quotidiano laburista d’Israele «Davar» (ha chiuso le pubblicazioni nel 1994), poi ripreso dalla rivista statunitense «Dissent», e infine pubblicato sul numero 33/34, luglio-dicembre 1992, del trimestrale «Lettera internazionale», con il titolo L’eredità di Marx. Oltre che per aver dato il là alle mie speranze (fino ad allora pressoché nulle) di tradurre un giorno per mestiere (una fortunata coincidenza: in quello stesso numero, «Lettera» pubblicò il primo dei suoi dossier Tradurre, che passione!, con i contributi: Non sparate sul traduttore, di Biancamaria Bruno; Traduzione e scrittura, di Valerio Magrelli; Traduzione e follia, di Kadhim Jihad; Benjamin e la traduzione impossibile, di Paul de Man; I lapsus della psicoanalisi, di Sergio Benvenuto; Borges e il suo doppio, di Bernard Hoepffner), mi resta particolarmente impressa per il finale:
[…] È probabile che un giorno, quando qualcuno tenterà di immortalare la persona che ha ispirato i complessi sviluppi che hanno fatto crescere il sistema capitalistico, si vedrà proprio in Karl Marx – ironia della sorte – il precursore di quel mondo neocapitalistico nel quale persuasione morale, interesse economico e paura della rivoluzione si sono combinati in una potente miscela, contribuendo a rendere più umano un sistema che sembrava condannato a scomparire precocemente dalla violenza distruttiva insita nella sua fase di decollo.
La sintesi oggi in atto nelle società occidentali – che i regimi postcomunisti cercano di emulare – ci insegna dunque che, come in altre vicende storiche, non ci sono vincitori definitivi. Sì, il comunismo sovietico è fallito, ma quello che esiste oggi in Occidente non è il capitalismo in tutta la sua purezza ideologica e nella sua pratica crudele. Come sempre, lo sviluppo storico non si riduce a una semplice lotta tra il bene e il male, tra il bianco e il nero; mutevoli sono le sfumature di grigio che si distinguono nel volo della nottola di Minerva, l’uccello della saggezza, quando viene a comunicarci il giudizio della storia.