The One I Love
Una sera del lontano 1988, verosimilmente giugno-luglio, in una stanza di studente fuorisede a Bologna, da una radiosveglia Grundig sintonizzata sull’allora RaiStereoUno, più precisamente sul programma StereoDrome, a un tratto cominciarono a uscire le note di un recente singolo di una per me sconosciuta giovane band di Athens, in Georgia, che prendeva il nome da una fase del sonno caratterizzata da rapidi movimenti dei globi oculari, e che proprio allora, al quinto album per un’etichetta indipendente, cominciava a spiccare il balzo verso la notorietà mondiale.
Fu, e rimane, amore al primo ascolto. È stata, ed è, una filosofia di vita.
This one goes out to the one I love
This one goes out to the one I’ve left behind
A simple prop to occupy my time
This one goes out to the one I loveFire (she’s comin’ down on her own, now)
This one goes out to the one I love
This one goes out to the one I’ve left behind
Another prop has occupied my time
This one goes out to the one I love
Sotto, “The One I Love” in insuperabile versione acustica, live al McCabes Guitar Shop, il 24 maggio 1987, b-side del singolo omonimo su 12″ e futura bonus track su cd del succitato quinto album in studio degli R.E.M., Document (uno dei primi tre dischi su vinile acquistati da Nannucci il dicembre 1988 – gli altri due, Greatest Hits di Cat Stevens e Led Zeppelin III – per inaugurare il nuovo impianto stereo, altro imperituro amore: amplificatore e piastra Denon, giradischi Technics, casse Bose).