Neve di novembre

(Neve copiosa anche in pianura, già a metà o fine novembre? Ormai è difficile, con il clima profondamente mutato. In passato però succedeva – vedi anche il proverbio: «Per Santa Caterina (25 novembre), o neve o brina» – e non è detto che qualche volta non si ripeta di nuovo.)

Novembre 1975.

È il 22 sera e a casa, nella vecchia cantina, si sta ultimando la rimozione delle foglie dalle olive appena finite da raccogliere e destinate il giorno dopo al frantoio.

(All’epoca, e ancora una ventina di anni fa, la raccolta iniziava tardi, non prima di novembre, non prima di aver seminato, e perlopiù si andava in frantoio una volta soltanto, quindi le olive rimanevano nei sacchi anche per una settimana o più, e alla fine, con un apposito crivello rettangolare di stecche di legno, ci si dava pazientemente da fare per togliere le foglie. Da qui rese anche del 20, ma anche, con il senno di oggi, olio generalmente pessimo.)

Mi affaccio dunque di sotto per vedere a che punto è la pulizia: ci vorranno ancora un paio d’ore, sto allora un po’, poi saluto per andare a dormire. Fuori cielo sereno, ma si avverte un calo delle temperature e che il tempo sta probabilmente cambiando.

Il 23 mattina, al risveglio, non si sentono rumori. Un’occhiata dalla finestra, attraverso le stecche delle persiane, e fuori è tutto bianco. Euforia, allora, e corsa alla porta di casa, a verificare meglio la situazione. Risultato: nevica copiosamente, saranno già scesi una decina di centimetri, e non accenna a smettere. Sulla strada provinciale, in particolare, non si vedono macchine, e dello spazzaneve neanche una traccia.

Urrà, niente scuola! Anzi no, è domenica: peccato!

(È forse il primo anno che passa un pulmino per portare noi di campagna fino alla scuola elementare; prima, a piedi o in bicicletta, in gruppo e non, quasi nessuno accompagnato in auto da genitori o chi per loro, se non le primissime volte.)

Smette di nevicare, con il cielo che si riapre parzialmente, giusto una mezz’oretta, poi di nuovo fiocchi grossi in abbondanza. Proseguirà così per tutto il giorno, fino ad avere almeno trenta centimetri di neve, addirittura in città, Ascoli Piceno.

Quel giorno, casualmente, al pomeriggio è previsto un incontro ufficiale della nazionale italiana di calcio Under 23, allenata da Azeglio Vicini, contro i pari età dell’Olanda, valido per i quarti di finale della Coppa Europa. È la prima volta di una partita del genere al Del Duca, fresco di ampliamento a tempi record nell’estate del 1974, dopo la prima storica promozione in A dell’Ascoli di Costantino Rozzi e Carletto Mazzone. Grande attesa, dunque, e tifosi ascolani davanti ai cancelli anche sotto la neve.

Ma l’incontro non si giocherà mai al Del Duca, prima rinviato al giorno dopo, 24 novembre, e infine annullato, proprio causa neve. Italia e Olanda Under 23 si affronteranno di nuovo solo il 14 gennaio 1976, all’Olimpico.

PS Quell’annullamento ebbe anche un tragico risvolto: Vincenzo Guerini, giovane promessa della Fiorentina, di ritorno a Firenze insieme al compagno di club e nazionale Domenico Caso, ebbe in autostrada un grave incidente che, a soli 22 anni, ne avrebbe interrotto per sempre la carriera di giocatore.