La lettura e la scrittura che cambiano
Era abitudine una volta, soprattutto la mattina, farsi un giro per siti di news e blog, in cerca di cose interessanti o curiose da leggere. Adesso, a parte che i secondi o sono fermi o non hanno più il fascino di dieci anni fa, scorre quasi tutto sui news feed di Facebook e Twitter, senza più bisogno di guardare di qua e di là, se non per soddisfare qualche passione individuale.
Indiscutibilmente, c’è molto di più di una volta, sebbene molto più frammentato e soprattutto indistinto. Allo stesso tempo, l’impressione è che ci sia anche molto di meno: la capacità di presa di quanto scorre davanti si è ridotta tanto, ma proprio tanto; quasi tutto scivola via con grande facilità, senza lasciare tracce significative.
Non saprei dire se è anche perché è calata la qualità della scrittura, sulla scia di una maggiore facilità di condivisione, del minor tempo che ci prendiamo prima di pubblicare qualcosa (in risposta magari a qualcos’altro), della nostra ridotta capacità di attenzione.
La scrittura, in ogni caso, credo che nel giro di pochi anni abbia cambiato natura. Non meno della lettura.