Verso l’anno nuovo
1. In questi giorni per fortuna no, niente “information fatigue”, malgrado sia stata la parola del giorno dell’oed del 27 dicembre. Fosse così per tutto l’anno a venire, sarebbe da metterci la firma. Sarà una dura battaglia astenersi a lungo da un eccessivo carico informativo – e comunicativo! – ma, quanto meno, vale la pena provarci.
2. Rallentare, diradare, non farsi prendere dalla febbre di stabilire ogni anno nuovi record, si trattasse anche di libri letti o soprattutto comprati. Meglio meno, ma che sia buono. Meglio non ingolfarsi e non ingolfare.
3. Che bello sarebbe se l’anno entrante segnasse una svolta, non tanto – o non soltanto – politica, economica o sociale, quanto comportamentale: l’adozione o il rafforzarsi – a livello individuale, e auspicabilmente anche collettivo – di un nuovo stile di vita, un nuovo approccio all’esistenza. Una nuova ottica che metta in primo piano il risparmio, o per meglio dire il non-spreco. Spendere e spendersi, sì, se ce ne sono le condizioni, ma con grande cautela: solo per ciò che meriti, che valga, che abbia i presupposti per durare nel tempo. Bando dunque all’effimero, al banale, allo scadente, all’accumulo e allo sperpero molteplici.
4. A leggere bene gli ultimi dieci, venti e forse anche trent’anni o più, come non vederli come anni di eccessi (se non nella vita di ognuno, sicuramente in quella collettiva), di continui scivolamenti, smottamenti e stravolgimenti nel modo di agire, dire e pensare, senza badare troppo alle conseguenze nel lungo termine.
Ora in molti, se non tutti, ci ritroviamo qui, in mezzo a un guado, in una situazione che nell’immediato promette poco di buono, esposti come siamo a incertezze e rischi plurimi.
E qui si vedrà di che pasta siamo fatti: se siamo cioè gli eterni adolescenti, o gli adolescenti di ritorno, con tratti talora bambineschi, che spesso negli ultimi anni abbiamo dato prova di essere, avvitandoci progressivamente in una spirale sempre più negativa; o se siamo persone pienamente mature, capaci di riconoscere gli sbagli passati e le possibilità future, per trarci così d’impaccio, uscendo, non senza costi e fatica, ma con decisione, visione, coraggio e idealità, dalla palude in cui siamo finiti.
Dovendo allora esprimere un auspicio per l’anno entrante, vorrei che per tanti segnasse l’ingresso in una piena maturità. Personalmente, desidero sia così. E lo stesso auguro a molte delle persone che conosco e con cui ho condiviso e spero di continuare a condividere momenti e situazioni importanti.
E se proprio devo allargarmi, è anche l’augurio che rivolgo al nostro bel ma maltrattato Paese: Italia, diventa – o ridiventa – finalmente matura, e non cedere più alle lusinghe e agli inganni di questo o quel pifferaio magico. Con serietà, responsabilità e laboriosità, riprendi in mano il tuo destino, senza più indugi e concessioni, e nel rispetto del tuo passato migliore sii l’artefice attivo della felicità tua e dei tuoi figli.
5. Fonti di calore / la stufa la radio / nella penombra / una presenza / le fiamme i suoni / echi di memorie / le voci i crepitii.