Da adulti
[…] Quando si è adulti si ha paura. Si ha paura di diventare vecchi e di morire. E proprio per parare il terrore ci si imbozzola nell’oblio delle attività: si lavora, si corre, si arrampica, si pedala, si viaggia, si pianifica, ci si allena, si tramena, si lotta, si fa carriera, si litiga, si teorizza, si costruisce e si disfa, si rischia, si battono primati, si prega, ci si edifica, ci si immerge in apnea, si svolge attività di volontariato, ci si stressa, si scrive, si scoprono nuove leggi scientifiche, si cerca di distinguersi in modi anche minimi, anche grotteschi, si amoreggia, ci si droga, ci si annienta a piccole dosi, ci si racconta frottole. Quando si è adulti si rimpiange il tempo in cui non si era ancora adulti, senza considerare che a quell’epoca non si aveva cognizione della libertà che si sarebbe perduta, e quindi nemmeno allora si era felici. […]
Giacomo Sartori, Autismi 28 – Quando si è adulti, «Nazione Indiana», 12 novembre 2012.
PS Solo due giorni fa accennavo di non volere nemmeno troppe citazioni su questo blog; cioè, troppe citazioni a sé stanti. L’intenzione resta quella. Ma la lettura, ieri pomeriggio, di alcuni dei Nuovi autismi di Giacomo Sartori mi ha letteralmente stregato. Così, se proprio dovevo infrangere subito la regola che mi sono prefisso, era il caso che lo facessi con un suo passo. E quello sopra mi pareva e mi pare perfetto, in totale sintonia con quanto vado pensando anch’io da qualche tempo, sulla soglia di una piena adultità.