Nel web e fuori dal web
Questo web che tanto ci ha dato e ci dà, ma che forse ancora di più ci ha tolto, ci toglie e ci toglierà. Eppure, in un quadro da più parti indiscutibilmente sempre più fosco, c’è nondimeno un piccolo elemento di consolazione: non ha in sé nulla di eroico, ma stare lontani dal web si può. Si può cioè non avere la smania di leggere e vedere e sapere senza posa degli altri, del mondo. Si può anche non avere il desiderio di dire e far vedere e far sapere in continuazione di sé. Si può altresì essere così stanchi (ma anche più che soddisfatti, quando non straordinariamente euforici e felici) alla fine di tante giornate lontani dal web che il meglio che si può desiderare è addormentarsi quanto prima, senza indursi a pensiero né desiderio alcuno. E se poi a metà luglio capita una giornata di pioggia che, in mancanza di altro di più appassionante o urgente da fare, fa riaffacciare brevemente sul web e anche leggiucchiare qua e là che da più parti va sempre peggio, bah, pazienza: non pioverà per sempre; dunque, anche dal web (o quantomeno dalle sue derive più negative) presto o tardi ci si affrancherà, per passare o tornare ad altro, per migliore o peggiore che sia.