Carol, tra finzione e realtà
Nel giorno dell’uscita nelle sale italiane del film Carol, per la regia di Todd Haynes (da leggere la recensione di Daniela Brogi per “Le parole e le cose”), tratto dall’omonimo romanzo di Patricia Highsmith, pubblicato per la prima volta nel 1952 sotto lo pseudonimo di Claire Morgan e con il titolo The Price of Salt, un passo (tradotto dallo scrivente) della biografia della Highsmith scritta da Andrew Wilson (titolo originale Beautiful Shadow. A Life of Patrica Highsmith, 2003) e pubblicata in Italia da Alet Edizioni nel 2010 (Il talento di Miss Highsmith. Vita e arte di Patricia Highsmith, traduzione di N.M. e Laura Bussotti, pp. 576), dal finale del secondo dei due capitoli (All’istante la amo. 1948-1949, pp. 173-181, e Carol, in un migliaio di città. 1949-1951, pp. 182-196) relativi alla genesi di questo romanzo.
Nell’ottobre 1950 la scrittrice cominciò ad avere dei dubbi se fosse il caso di pubblicare il romanzo sull’amore tra Carol e Therese. Dopo l’uscita di Sconosciuti in treno, la Highsmith era stata definita un’autrice di gialli; l’ultima cosa al mondo che voleva era essere etichettata come un’autrice lesbica. Alla fine fu trovato un compromesso, quando l’agente Margot Johnson le propose di pubblicarlo sotto pseudonimo. La Highsmith era anche preoccupata di che cosa avrebbe pensato Willie Mae, che adesso aveva ottantaquattro anni. “Pat disse che voleva usare un altro nome perché non voleva turbare la nonna” ricorda Ann [Clark, all’epoca Ann Smith, giovane pittrice e stilista, ex modella di “Vogue”, da qualche anno amante della scrittrice].
Lo pseudonimo Claire Morgan fu deciso nel gennaio 1951 e fu un’idea di Ann: la cugina di sua madre era sposata a Rex Morgan, un architetto, mentre Claire era un’amica di vecchia data della madre. E come la Highsmith annotò nel diario, questo fu “un sollievo temporaneo e parziale alla vergogna”.
Ma pur avendo scritto un finale ottimista per The Price of Salt, che sarebbe dovuto uscire per Harper & Brothers nel gennaio 1951, ironicamente lei aveva sempre conosciuto soltanto delusioni e rifiuti. “Oh, io scrivo un libro con un lieto fine, ma quand’è che trovo la persona giusta, io?” si domandava. Trovare una donna che le facesse da amante e da musa era essenziale per la sua sopravvivenza. Senza una persona così, “non posso nemmeno migliorare come scrittrice e, a volte, neanche esistere”. Aveva in programma un altro viaggio in Europa – Sconosciuti in treno sarebbe uscito in Gran Bretagna da Cresset Press nel febbraio 1951 e in Francia da Calmann-Lévy all’inizio dell’anno dopo – ma al ritorno voleva andare a vivere con una donna che amasse. Era chiedere troppo?
Prima di partire, decise di fare un ultimo giro per vedere Kathleen Seen. Il 21 gennaio prese un treno per Ridgewood, per osservare per l’ultima volta la donna che aveva ispirato il suo romanzo lesbico. Chiudendo gli occhi, si costrinse a imprimersi nella memoria l’immagine della casa, con le sue torri fiabesche. Mentre lo faceva, ripensò al loro incontro nel reparto giocattoli e a come quel momento avesse cambiato il corso della sua vita.
Quando The Price of Salt fu pubblicato, nel maggio 1952, la “New York Times Book Review” lo giudicò scritto “con sincerità e buon gusto”. Secondo il recensore, però, “malgrado il tema incandescente, il libro è decisamente di scarsa presa. […] La stessa Therese rimane una caratterizzazione debole, e gli altri personaggi sono appena accennati”. I lettori non condivisero questa facile bocciatura, tanto che, quando nel 1953 il libro uscì in tascabile per Bantam, al prezzo di 25 centesimi, pare che abbia venduto più di un milione di copie. “Il romanzo di un amore che la società proibisce” era lo strillo di copertina dell’edizione economica; sotto campeggiava l’immagine sgargiante di una ragazza inquieta e dall’aspetto innocente, carezzata sulla spalla da una donna più anziana e sofisticata, mentre sullo sfondo emergeva la figura di un giovane uomo allarmato. La risposta di gay e lesbiche di tutti gli Stati Uniti fu straordinaria. Per mesi e mesi la Highsmith ricevette, due volte a settimana, dalle dieci alle quindici lettere.
“Le lettere erano molto toccanti e rivelavano quanto terribilmente represse fossero le donne omosessuali delle piccole città americane, quelle con la Bibbia e l’idea del Peccato”dice Ann Clark. “Ne ricordo una in particolare, scritta da una donna che viveva in una cittadina di provincia; raccontava che prima di leggere il libro era convinta di essere l’unica donna al mondo ad aver provato una passione così forte per un’altra donna”.
Kathleen Senn, tuttavia, non ebbe mai occasione di leggere il libro che aveva inconsapevolmente ispirato. Il 30 ottobre 1951 entrò nel garage di casa, chiuse le porte e accese il motore della sua auto. La Highsmith non seppe mai cosa ne fosse stato della Carol in carne e ossa, né che avesse messo fine alla sua vita.