Autore: ennemme
Interludio #5
«Occorre volare alto se non si vuole rimanere impigliati nella rete paralizzante della quotidianità lamentosa.» – Gian Paolo Prandstraller
Continua a leggereMaculae #5
Sei ombelicale, dice. Come tutti oggidì. Pensa per te, dice. Si può dire che il tuo modo di fare, pensare e soprattutto scrivere sia “per agglutinamento”? Tendenzialmente sì. A volte, eccessivamente. C’è il frullato tecnologico e il richiamo geologico, la natura rurale e la deriva culturale, il desiderio di andare e la smania di tornare, l’introversione e l’esibizione, l’apnea e la logorrea, l’euforia e la nevrastenia, la svogliataggine e la testardaggine. Ma un colpo al cerchio e uno alla doga, per male che vada non si soggioga. Tutti questi mirabolanti modi di comunicare e tenerci sempre in contatto, quando magari […]
Continua a leggereSul Gran Sasso
Eccezionalmente, un post fotografico: io sul Gran Sasso (nella mia prima e finora unica ascensione qui, partendo da Prati di Tivo) nel 1992, l’anno che per tanti aspetti ricorda di più la situazione attuale, per il quadro generalizzato di crisi (anche personale). Allora “in qualche modo” (ovvero, alla maniera tipica degli anni novanta) se ne uscì, con una cesura rispetto al passato e un piccolo scatto in avanti, forti di riserve di energie positive ancora cospicue. Stavolta, invece, come finirà? Se devo essere onesto, oggi il quadro mi pare molto più lacerato, quindi di difficilissima ricomposizione. Ma si vada o […]
Continua a leggereBreviter
Fissiamo il mondo in immagini mentre la vita ci scorre via, mentre il senso di quel che facciamo è ogni giorno più labile. Adoriamo gli spazi aperti e ariosi ma ci richiudiamo in cubicoli asfissianti. E senza più la visionarietà, l’audacia e la tenacia per accingerci a opere degne di futuri ricordi, impieghiamo le poche ore in cui possiamo dirci vagamente felici a ripercorrere i luoghi di antiche e spesso più sofferte ma anche più emozionanti, più vive memorie. Ultramoderni, finiamo per trovare vero sollievo e conforto solo adagiati su un prato o una spiaggia, le mani a sfiorare pietre […]
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