Adultità in crisi

E l’anno si chiude suppergiù sulle stesse note con cui era cominciato. Ovvero, sul tema dell’adultità in crisi. Sulla necessità di smettere di fare i giovani quando giovani non si è più. Sul perché gli adulti dovrebbero autoassolversi un po’ meno nei loro tratti negativi e ridimensionarsi un po’ di più in quelli positivi. Sul perché il problema vero sono gli adulti, più che i giovani. Daniele Marini (università di Padova), oggi su «La Stampa»: […] se i giovani si caratterizzano e soprattutto si autodefiniscono in modo critico più che positivo, forse è perché sono più esigenti di quanto non […]

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Elevarsi

Quante cose hanno da dire gli anziani, se solo gli dai un po’ di spago. Se poi sono sempre stati degli artistoidi, quando iniziano a parlare sono un fiume in piena. Prendi Agata, la maestra-pittrice-locandiera che al momento di pagare ama trattenere i clienti. E a una coppia di loro, in un giorno di Pasquetta, confida: «Tante volte avrei voglia di dire a questi giovani: “Ma elevatevi un po’! Tornate a studiare!” Invece no, non c’è sostanza, non c’è una base sulla quale interagire. Ma voi? Voi non siete sposati, no? E state bene così? Ah, allora non vi sposate, […]

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Giovani di mezza età

[Proseguendo suppergiù sul tema dell’adultità, alcuni pensieri abbozzati a metà settembre tra Facebook e quello che può essere considerato il “pensatoio” di questo nuovo spazio ancora in corso di definizione.] Fare cose da giovani o sentirsi mentalmente e fisicamente giovani, anche se di mezza età e oltre, non vuol dire essere giovani. È stare bene, nulla di più e nulla di meno. Non è poco, ma ce ne passa dall’essere sul serio ancora giovani. Personalmente, apprezzo così chi almeno a quarant’anni comincia a definirsi di mezza età. Viceversa, la storia di considerarsi o essere considerati giovani finanche superati i cinquanta […]

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