Memoir, longform, nonfiction. O, così leggeva

Leggerli soltanto, i libri? No, studiarli per bene, dal primo all’ultimo finito tra le nostre mani. Allora forse se ne scriverebbero di meno, se ne scriverebbero di migliori: un bel guadagno. E imbroccato un filone di lettura, insistere, fino a non poterne più. Così pensava. Così annotava. Così leggeva. Ora era tornato con forza sul filone dei memoir. Una passione iniziata suppergiù da quando aveva letto in originale – e subito dopo proposto per la traduzione (accolta) – Stop-Time di Frank Conroy (uno dei prototipi del moderno memoir americano, come aveva letto e mandato a memoria), dunque undici anni prima. […]

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