Scendendo dal Brennero

Pochi giorni fuori dai confini nazionali e, al rientro, subito ci si chiede cosa ci piaccia di meno: l’Italia in sé, come paese, come cura degli spazi e del territorio e come organizzazione della vita, o gli italiani in Italia, come modi di fare, apparire, dire e anche pensare? Perché, se l’italiano all’estero è sostanzialmente una persona ammodo, controllata, anche abbastanza intimidita, vista la scarsa padronanza delle lingue, l’italiano sul suolo natio è presto di nuovo strabordante, esibizionista, caciarone, approssimativo, eccessivo. Scendendo in treno dal Brennero, magari fino a Verona ancora si contiene (sarà la vista dai finestrini di tutti […]

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Non una poesia

Osservava, ascoltava. Leggeva, ipotizzava. Soltanto, non ironizzava. Un paese a fine corsa, l’Italia dei nuovi anni dieci, gli sembrava di capire. Dissoluto e sfranto. Refrattario a darsi una regolata. Quasi tutti i freni saltati, resisteva un tappo micidiale: un’incultura generale. Una storia plurimillenaria, luci maestose e ombre inenarrabili. Vertigini di creatività e bellezza, abissi di insipienza. Ora, più che altro, un’onnipresente, sapientosa mediocrità.

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Nel gran rumore di fondo

Diceva sempre che bisognava evitare con cura ogni facile nostalgia del passato – perché, diceva, di davvero idilliaco nel passato il più delle volte cosa c’era stato? – per accettare all’opposto con coraggio, intelligenza e fantasia le sfide nuove del presente e più ancora del futuro. Perché aprirsi a nuove influenze e nuovi orizzonti era sempre un balsamo, prima ancora che una necessità per sottrarsi alla spirale insidiosa del già visto, già sentito, già letto, già pensato, già detto, già scritto. Ma poi era sempre al passato che tornava nei momenti in cui il presente veniva a noia – perché […]

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