In silenzio

Non sarà sempre una squisitezza, il silenzio, ma ha indiscutibilmente i suoi pregi, i suoi molti perché. In tempi poi di «guerra civile incruenta [che] i sostenitori delle opposte fazioni politiche ingaggiano ogni giorno sui social network», come argomenta Nicola Lagioia su «Repubblica»*, vuoi mettere startene lungamente e buono in disparte, per giorni e giorni, o addirittura settimane e mesi, non sovraesporre e non inquinare il tuo cervello, non ascoltare e non scambiare che pochissime parole, riducendo al minimo (negli spostamenti in macchina, per esempio, ma anche lavorando a un computer) persino l’apporto di voci e suoni da radio e […]

Continua a leggere

E la bulimia di parole dove la lasciamo?

Certo che è difficile venirne a capo: come gli ridai un dito, in un niente la rete ti si riprende mano, braccio, l’intero corpo, e soprattutto il cervello. E il punto è che da mo’ che lo sai, da mo’ che lo sperimenti in prima persona, da mo’ pure che lo dici, lo ripeti, lo scrivi. Il silenzio, il silenzio… un uso – e consumo – più parco delle parole, please! Parrebbe una richiesta e una decisione semplice da ottemperare; nel mondo di oggi, invece, è delle più indicibilmente difficili. Hai così voglia ad annunciare in rete che “dopo il […]

Continua a leggere

La forma lunga, lo stato solido

Leggere in forma lunga, negli ultimi tempi ne era sempre più convinto, era (ri)educare il cervello alla concentrazione, alla calma, alla riflessività. Per contro il telecomando, la console, lo smartphone, il tablet e il laptop collegati in rete a tempo indeterminato davano l’impressione di eccitare al massimo il bisogno di saltare di qua e di là, senza tregua, facendo più cose contemporaneamente, frammentariamente, spesso molto irriflessivamente. E se era innegabile, come sosteneva qualche tecnofanatico, che in un solo giorno sul web si potesse spigolare più di quanto un tempo si aveva a disposizione su carta in un anno, chi era […]

Continua a leggere

Maculae #5

Sei ombelicale, dice. Come tutti oggidì. Pensa per te, dice. Si può dire che il tuo modo di fare, pensare e soprattutto scrivere sia “per agglutinamento”? Tendenzialmente sì. A volte, eccessivamente. C’è il frullato tecnologico e il richiamo geologico, la natura rurale e la deriva culturale, il desiderio di andare e la smania di tornare, l’introversione e l’esibizione, l’apnea e la logorrea, l’euforia e la nevrastenia, la svogliataggine e la testardaggine. Ma un colpo al cerchio e uno alla doga, per male che vada non si soggioga. Tutti questi mirabolanti modi di comunicare e tenerci sempre in contatto, quando magari […]

Continua a leggere

Maculae #4

Ha un retrogusto amaro gennaio, il sapore di una lunga convalescenza. Per questo concilia forse la lettura, lo stare distesi, in casa. Così dicevi nel gennaio 2010. Tre anni dopo confermi, aggiungendo che senza neve è un mese ancora più fiacco e inerte, ancora più sospeso e interlocutorio, tutto da (ri)letture, (ri)scritture, (ri)ascolti e (ri)pensamenti. Insomma, l’ideale per (ri)illuderci che da un anno all’altro non cambi mai nulla. Nulla di significativo, profondo, drastico, irreversibile. Proprio così, no? Leggendo, leggendo, la mente a volte s’inceppa e scricchiola, poi piano riprende il flusso. Repentine, spiazzanti accelerazioni poi lievi, pacati colpi di freno […]

Continua a leggere
1 2