Idem sentire

Non ha colpe la generazione degli attuali quarantenni, quella che Andrea Scanzi definisce, nel libro Non è tempo per noi appena uscito per Rizzoli, una “generazione in panchina”? Ne ha, ne ha. Tra le principali, come ha ripetuto Scanzi intervistato stamane a Uno Mattina, proprio quella di essersi autoassolta un po’ troppo; accanto a quella di non averci nemmeno provato più di tanto, con sufficiente convinzione e dedizione, ad agire in concreto, più che a pensare/elucubrare o, spesso, recriminare lamentevolmente.

Un perfetto idem sentire, per quello che mi riguarda. Giusto con una piccola aggiunta: distinguerei, tra gli attuali quarantenni, tra i nati prima e i nati dopo il 1970. Se i secondi mi paiono già avviati su una strada migliore, con una maggiore e più avvertita consapevolezza di sé in relazione al mondo esterno, riguardo ai primi (me tra quelli) non sono ancora del tutto convinto che si siano resi pienamente conto di quanto abbiano “sprecato” se stessi, imputando le colpe di quanto finora non è andato per il verso giusto nelle loro vite più a circostanze contrarie che al loro, di fatto, non averci provato a sufficienza o per tempo.

Ciò detto, penso che il libro di Scanzi meriti pienamente lo sforzo di essere letto, anche nel caso si abbia in una certa antipatia l’autore per tante sue idee e prese di posizione o per il suo modo di porsi.