Giudizio e intimità
Con le ultime feste si erano fortemente diradati se non estinti del tutto i messaggi d’auguri (circolari e non) via sms e email, mentre avevano ripreso leggermente quota le telefonate.
Quel declino di «una delle mode più detestabili degli ultimi anni», come sosteneva un’amica a proposito degli auguri circolari, era magari il segnale di un ingresso collettivo negli anni della maturità nell’uso delle tecnologie digitali. I tempi, d’altra parte, erano quelli giusti: l’invenzione del World Wide Web datava infatti al 1991, mentre l’inizio della prima ampia diffusione di internet in Italia si poteva far risalire al 1993-94. Prima, connettersi in rete era cosa per iniziati di BBS et similia; dal 1995, invece, cominciò a essere un fenomeno di massa, di cui parlavano giornali e tv, e non più soltanto le riviste specializzate (al settembre di quell’anno risalivano, guarda caso, il suo primo modem – comprato in parte con i soldi di un precedente fax, dato via – e le prime, complicate, lentissime ed eccitatissime esplorazioni del mondo online). E anche i telefonini iniziarono a diventare di massa sempre a metà degli anni novanta (mentre il suo primo cellulare non ricordava se fosse di fine ’98 o inizio ’99).
Motivo per cui potevano dire che sì, l’adolescenza digitale era finita, bene o male, e ora si apriva loro davanti un’età forse più consapevole e matura: con meno facili entusiasmi e anche un po’ più grigi e spenti, probabilmente, ma più assennati, era la speranza.
Ragionando poi in prospettiva futura, a cos’altro nei mesi a seguire sarebbe potuto toccare di cominciare a scendere giù e a cosa di provare a (ri)salire un po’ su?
Sulla scala verso il basso metteva la condivisione di link, foto e video e la distribuzione di “Mi piace” e commenti à gogo. Su quella verso l’alto vedeva una piena rivalutazione della fatica della ricerca, del piacere personale della scoperta e della necessità di non essere troppo banali e scontati. Da qui una volontà di tenere tante cose per sé o solo per gruppi ristretti di intimi e cari o per chi si dava appunto la briga di andare a cercare e non amava le facili chiacchiere e le facili esibizioni.
Alla faccia anche dei maxi gazebo permanenti dei locali cittadini più in e centrali che occupavano vie e piazze di antica e recente pedonalizzazione con parallelepipedi di vetro o plexiglass, a imitazione dei reality show e dei social network, presto sarebbero potuti tornare di gran moda l’intimità e la riservatezza di spazi più discosti e meno capienti e vistosi, ma di sicuro più caldi e accoglienti e propiziatori di discorsi e ragionamenti (e forse pure incontri) migliori.