Interludio #23
Ce ne vuole per riambientarsi a una traduzione dopo un altro giorno passato a potare tardivamente gli ulivi (una mezza giornata, ancora, e almeno questa incombenza agricola per quest’anno sarà sistemata), con la faccia sempre più rossa e l’abbronzatura sul collo, di nuovo, da vecchio contadino.
E ce ne vuole a tener dietro ai vari impegni che sempre più spesso si accavallano l’uno all’altro, e per disintossicarci dai quali ci perdiamo ogni volta di più in sceme deviazioni, senza che l’umore se ne giovi davvero, senza che alla fine emerga uno spirito vagamente risorto.
E più ancora ce ne vuole a non mostrarsi del tutto ciechi, sordi e indifferenti alle grandi tragedie che avvengono quotidianamente nel mondo, quello lontano, quello più vicino, difatti alle porte di casa.