Nazza is (coming) back

Molte mangiate, compresa una panarda a metà (in quel di Castelbasso, Teramo), in questo agosto super accaldato. Ma molte più bevute, in realtà, grandi sudate e soprattutto grandi fatiche fisiche. Tutto con spontaneità e gioia, però. E anche qualche breve giro lontano da casa. Con stragioia.

E alla seconda uscita in bici, dopo un anno e più di sosta, che cosa vuoi di più di un Torricella Peligna-Palena Stazione e ritorno, in solitaria, di primissima mattina, partenza quasi ancora al buio, in sella a una vecchia ma super affidabile ibrida Bianchi Stone-Hill (insidiata la notte da ragazzini tiratardi in vacanza), non senza affanni lungo quei 60 km di montagna con oltre mille metri di dislivello totale, nell’aria il fumo acre dei tanti incendi del monte Morrone e in cielo un continuo viavai di Canadair, utilizzando fino all’ultimo dei rapporti più agili, senza vergogna, ma euforicamente al traguardo, senza supplichevoli telefonate di “Mi vieni per favore a recuperare, ché ho osato troppo e adesso non ne ho più?”, i muscoli di cuore e gambe ancora sciolti, in testa le note di un concerto voce e pianoforte di Nada la sera prima, poi giusto il tempo di una doccia e, via, di nuovo per territori letterari più o meno fantiani?

Come dire? È tornato – o sta tornando, o sta comunque provando con decisione a tornare – il Nazza che più ci piace: quello che suda e fatica anche con gioia, se è per qualcosa in cui crede o a cui tiene; quello che senza particolari imbarazzi segue sia percorsi di massima solitudine sia di conviviale e acculturata socialità; quello che non sa rinunciare al suo bagaglio pesante e ingombrante di creatura ibrida, che ama – e a suo modo sa anche fare (probabilmente senza brillare, ma in realtà senza nemmeno sfigurare) – tante cose e che si rifiuta ostinatamente di essere incasellato in una categoria soltanto; quello che soprattutto, quando si mette in testa qualcosa e gode di ampia libertà e non minore serenità d’animo, spinge senza indugi sui pedali (oggi, forse, gestendo molto meglio le energie che non in passato) e affronta – più o meno in solitaria, con maggiore o minore preparazione o esperienza, e con risultati più o meno buoni – percorsi anche estremamente impegnativi.

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