Making

Make. Make new use of old things, making use of all of your skills and abilities and imagination. Do not search for perfection—search for a practical and creative expression of what you have at your hands.

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L’attimo sospeso tra un prima e un poi

Ultima domenica di marzo, al cambio d’orario. Più fine aprile, in realtà; quasi inizio maggio. Con il vantaggio di spiagge ancora poco o per nulla frequentate. Sui moli sì, un’allegra sfilata di gente già prima pranzo e più ancora al primo pomeriggio. Ma le spiagge no: le più belle, le più appartate, le più estese, le più libere, sono ancora quasi deserte. Puoi camminare per lunghi tratti a occhi chiusi, senza paura di andare a sbattere con altri umani. Magari un cane può correre ad annusarti e leccarti i piedi nudi sulla sabbia, ma umani d’intralcio no. I pochi scesi […]

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Prendersi il proprio tempo

Prendersi il tempo di capire, il tempo di metabolizzare, di svelenirsi, di stemperare. Prendersi il tempo di ricominciare ad amare. Prendersi il tempo di meditare, senza sensi di colpa prendersi il tempo di oziare. Prendersi il tempo di non volere ascoltare e tantomeno parlare. Prendersi il tempo di osservare, il tempo di leggere, il tempo di pensare, il tempo di chiudere gli occhi, il tempo di sognare, il tempo di ideare. Prendersi il tempo di demolire e il tempo di ricostruire. Prendersi il tempo di correre, di nuotare, di pedalare, di arrampicare, di volare, di camminare, di sostare. Prendersi il […]

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Antichi e moderni oppure ruderi?

Demolire, recuperare il recuperabile e poi ricostruire, unendo antico e moderno, oppure lasciare stare? Tornare cioè a rendersi utili a qualcosa dopo lungo inutilizzo e abbandono, oppure rimanere pura testimonianza di un tempo che fu? Sforzarsi insomma di essere antichi e moderni allo stesso tempo, oppure rassegnarsi a essere ruderi? (NB Essere totalmente, integralmente moderni è escluso a priori.)

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Tre punto zero?

Di nuovo, quella mattina, aveva letto che era «tutto un problema di scelte. E di priorità». Dunque, meglio «fare meno, ma farlo meglio». Concordava. Pensava da tempo che quasi in ogni campo bisognasse orientarsi verso un po’ meno cose, e alle volte anche un po’ meno persone, ma le une e le altre di qualità più elevata. Nel campo delle cose scritte, in particolare, riteneva utile sacrificare e ridimensionare la lettura di testi concepiti espressamente per il web (e non sempre – anzi di rado – pregevoli), a beneficio di testi con ben altri controlli e imprimatur, quindi, almeno in […]

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