Se la testa protesta

Poi alla fine succede: è la testa che si rimette a protestare, e non soltanto il corpo. E protesta non perché sia troppo oberata: cioè, sì, ma solo nel modo sbagliato o a lei non più congeniale.

Se la testa protesta è perché avverte di non essere utilizzata a dovere, in linea con le sue capacità, con le attitudini che ha coltivato e sviluppato nel tempo; in linea con le energie che potrebbero di nuovo liberare quei muscoli cerebrali potenziati in anni di intenso allenamento e pratica alacre, se solo fossero finalmente messi nelle condizioni di tornare a lavorare come sanno e amano fare.

Succede invece che, a differenza magari di tempi in cui era sollecitata troppo assiduamente e prolungatamente da carichi improbi e a volte ingrati, oggi la testa si ritrova spesso alla presa con compiti minimi o per meglio dire non gratificanti, non remunerativi anche solo da un punto di vista pecuniario. E questo non le va giù.

Per un po’ si adegua la testa, per forza di cose, per quieto vivere, accontentandosi di piccole valvole di sfogo. Arriva però il momento che si impunta e torna a pretendere di più e meglio, da chi la mette all’opera e anche da sé.

E sa essere tirannica la testa, quando è così: vogliosa, esigente e tirannica. Non acconsenziente; non remissiva; non inerte; non silente.