Assaporando la vita

C’è crisi, c’è crisi. Ovunque ti giri, più o meno è lo stesso refrain: c’è crisi. Ma poi ti guardi meglio in giro, specie nelle piccole occasioni di svago, e ti chiedi: ma dov’è o che cos’è questa crisi? Perché l’impressione predominante, stando almeno alla superficie, è come se, dopo anni di sentir parlare di crisi o stare in concreto in mezzo a situazioni di crisi, si sia arrivati a un punto in cui semplicemente si voglia rimuovere l’idea di crisi, come a esorcizzarla, come a non poterne più della cupezza e spesso la paralisi che reca con sé. C’è […]

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Making

Make. Make new use of old things, making use of all of your skills and abilities and imagination. Do not search for perfection—search for a practical and creative expression of what you have at your hands.

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È tempo per noi

Ammettiamolo, non è un gran primo maggio, su tanti fronti. Ma prendendo in prestito il titolo di una canzone di Luciano Ligabue, diciamo che «non è tempo per noi» che… non crediamo, non speriamo, non sogniamo, non progettiamo, non lottiamo… non amiamo più. Indi per cui, se invece vogliamo che torni a essere tempo per noi, tocca ricominciare a fare l’esatto opposto di ciò che non facciamo più o facciamo solo in parte e spesso male o addirittura non abbiamo mai fatto. Forza, perciò, e per quanto possibile che sia un buon primo maggio, e che i giorni a seguire […]

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Contro il presente. Contro l’eterno presente

1. Contro un presente putrido facevamo ogni giorno di più a cazzotti, cercando, per poco che fosse, di rinascere a una vaga idea di poesia. Facevamo all’impronta, a tentoni, a pezzi e bocconi, senza sapere dove fosse il bene e dove il male. Facevamo, spesso per noia, non per autentica gioia, non perché davvero credessimo. Facevamo, così, per dirci che potevamo ancora contare su una nostra luminosa pazzia, unico vero antidoto alla fiacca apatia e la fessa nostalgia. 2. Abbiamo sviluppato l’idea di un presente eterno. Nulla di più sbagliato, nulla di più nefasto (quasi alla pari con la presunzione […]

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«Siamo intesi, niente letteratura»?

«Si viveva meglio, senza tante complicazioni cerebrali e tante astruserie cosiddette artistiche»? «Quindi siamo intesi, niente letteratura»? Miei i punti interrogativi; il resto da Gustavo Galassi Paluzzi, Brevi ricordi di una lunga vita, Arti Grafiche R. Danesi, Roma 1944, p. 9 (come da riproduzione sottostante), grato della scoperta in una bancarella di libri usati in quel di Pescara, Piazza Salotto, addì 21 aprile 2014, abbiasi a dire la recente Pasquetta.

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