Meglio che niente

Un’altra settimana presto svaporata tra una fresca e l’altra, si apprestava a quella nuova forte nelle gambe delle prime cinquanta vasche in piscina dell’anno e una camminata domenicale di quasi tre ore. Nel viso un tenue colore ritrovato; negli occhi lampi meno schivi di allegria; nelle mani e nelle braccia l’idea tutto sommato mai sopita di saperci fare, volendo; nella mente una smania non più repressa di tornare presto a operare a più alacre e concludente regime; nel cuore il desiderio di pulsare con più intensità e regolarità; nel respiro un pacato ma ritrovato benessere; nell’umore la sensazione che il […]

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Senza entusiasmi degni di cronaca

Sfaldamento: a lungo, negli ultimi 3-4-5 anni, gli era sembrata quella la parola giusta per descrivere la situazione – anzi, le plurime situazioni – in corso, all’insegna di una progressiva e sempre più evidente perdita di coesione, di tenuta, con l’emergere un po’ ovunque di piccole e grandi crepe. Ora neanche più questo. Ora avrebbe parlato direttamente di galoppante, pieno, totale deperimento, psichico non meno che materiale. Ora, davvero, si coglieva cosa volesse dire essere in crisi e non riconoscersi e non trovare vero conforto, non trovare solido e duraturo sostegno quasi più in niente. Ora, sul serio, ci si […]

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La forma lunga, lo stato solido

Leggere in forma lunga, negli ultimi tempi ne era sempre più convinto, era (ri)educare il cervello alla concentrazione, alla calma, alla riflessività. Per contro il telecomando, la console, lo smartphone, il tablet e il laptop collegati in rete a tempo indeterminato davano l’impressione di eccitare al massimo il bisogno di saltare di qua e di là, senza tregua, facendo più cose contemporaneamente, frammentariamente, spesso molto irriflessivamente. E se era innegabile, come sosteneva qualche tecnofanatico, che in un solo giorno sul web si potesse spigolare più di quanto un tempo si aveva a disposizione su carta in un anno, chi era […]

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A cuor leggero

Mancava un mese, dunque c’era ancora tempo, visto che quell’anno, con Pasqua altissima, la fine del Carnevale sforava ai primi di marzo. Ma cominciare già a pensarci non era una cattiva idea, specialmente in quel pessimo clima di crisi generalizzata che a turno abbruttiva, incattiviva e avviliva gli animi. A tal proposito, giusto quella mattina, in un rinnovato sbotto di insofferenza aveva scritto una piccola nota scatologica che bene riassumeva il suo pensiero. Diceva che serviva ormai a niente, ma, per quel poco che seguiva ancora le vicende nazionali, si intestardiva a ripetere che il 2013 era stato un anno […]

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La maratona del cambiamento

Ecco, con le giuste letture cominciava forse a capire perché tante decisioni di cambiare drasticamente determinate abitudini riconosciute come nocive risultavano spesso inefficaci: perché mi sa che era proprio sbagliato l’approccio della drasticità, della perentorietà, della terapia choc, del tutto e subito. Perché, come spiegava Jeremy Dean, «cambiare abitudine non è uno sprint: è una maratona. L’approccio giusto è svegliarsi domani mattina quasi esattamente come la stessa persona di oggi, a parte un piccolo cambiamento – un piccolo cambiamento che si possa replicare ogni giorno fino a non notarlo più, al che sarà il momento di programmare un’altra piccola modifica». […]

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