Cambiare

Brutto segno quando un lavoro o un impegno comincia ad apparirti più una rottura che un piacere anche piccolo. Bruttissimo segno quando cominci a fare qualcosa di malavoglia. Pessimo segno quando cominci a mal sopportare qualcosa o qualcuno. Apparente senso di liberazione quando dici “Basta!” e te ne vai per la tua strada – ma è lì che comincia il brutto per davvero: perché prima di rimbroccarne una appena un po’ buona (se mai ci riesci!) possono passare non giorni, non settimane, non mesi, ma anni. Insomma, ’na faticaccia cambiare – ma a volte può essere l’unica cosa sensata da […]

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E poche chiacchiere

Fremono già i lavori di fuori; con le prime belle giornate dall’inizio dell’anno, i più vecchi hanno già ripreso grinta dopo la terribile neve di gennaio e la pioggia incessante di inizio febbraio, e per quello che possono già fanno ordine, ripuliscono, rassettano, non aspettano, non stanno a guardare, non ci sono abituati, sanno che non bisogna perdere tempo, che bisogna darsi da fare appena è possibile, e poche chiacchiere. Sicuramente vivi e dinamici e saggi più loro che noi – non ancora vecchi ma nemmeno più giovani – attaccati a questi schermi.

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Vecchio e nuovo

Ci sono fasi, anche storiche, in cui il vecchio e il nuovo riescono a convivere in modo più o meno pacifico e, persino, reciprocamente proficuo: c’è un effetto trascinamento, tale per cui la novità prende sì piede ma non cancella del tutto il vecchio, bensì se lo porta dietro, ci interagisce, se ne avvale; mentre il vecchio, sotto la spinta e sull’esempio del nuovo, si rinnova in parte a sua volta, aprendosi così a un prolungamento di vita, se non a una nuova vita tout court. Intervengono poi momenti in cui tra vecchio e nuovo non c’è più scambio, non […]

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Arnaldo Cipolla e il «sentimento “pioniero” degli italici immigrati» in America

Viene sempre utile frugare fra le bancarelle dei libri usati, come aprire periodicamente a caso uno dei libri così rimediati. Guarda per esempio che salta fuori aprendo a pagina 119 Nell’America del Nord. Impressioni di viaggio in Alaska, Stati Uniti e Canada, di Arnaldo Cipolla, pubblicato da Paravia nel 1928. Ebbene, benigno lettore, vivendo nel West, ho imparato che l’intensità dell’applicazione americana al lavoro è un magnifico bluff. Anzi è il bluff più colossale che gli americani abbiano diffuso sul loro conto. In primo luogo, su cento americani, il 35% soltanto, se pure, lavora effettivamente, produce; mentre il 65% si […]

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A matter of translation

181. Pharmakon means drug, but as Jacques Derrida and others have pointed out, the word in Greek famously refuses to designate whether poison or cure. It holds both in the bowl. In the dialogues Plato uses the word to refer to everything from an illness, its cause, its cure, a recipe, a charm, a substance, a spell, artificial color, and paint. Plato does not call fucking pharmakon, but then again, while he talks plenty about love, Plato does not say much about fucking. 182. In the Phaedrus, the written word is also notoriously called pharmakon. The question up for debate […]

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