Certe sere d’aprile

L’aria per tanti versi magica di certe sere d’aprile, quando, senza fare alcunché di speciale, a parte stare forse vicino a una finestra semiaperta, dei brividi di soffuso piacere si scaricano all’improvviso lungo la schiena, creando «una condizione sospesa, come d’incanto», innescando «una atmosfera di rilassatezza eccitante» che fa interrompere qualunque cosa stessi facendo, che fa dimenticare tutto il resto, e vorresti che non finisse più questa sensazione di pace e benessere. In origine, tutto avveniva sulle note di “When I Fall in Love”, in vinile. Un brivido si scarica a un tratto lungo la schiena a mezzo della serata […]

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Ripetizioni

L’ossessione di evitare ripetizioni e parole troppo simili a distanza ravvicinata: quando rileggi prima della consegna qualcosa ancora sfugge, con le bozze raramente. Ecco allora le ripetute indicazioni di apportare questa o quella modifica perché c’è una parola uguale o simile subito prima o subito dopo nel testo, anche quando nell’originale magari è tutta una ripetizione. Che tipi questi traduttori che non sopportano le ripetizioni. Ma poi, li vedi, nei loro comportamenti e nelle loro ossessioni non fanno che ripetersi.

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Giro di danza

È sempre cercare un po’ il la, la mattina trallallerollallà. Eterno richiamo l’attualità, sapere se il mondo ci è o ci fa. Non è, come sembra, far niente. È mettere a fuoco cosa pensa la mente, se è messa bene in giro la gente o se ha bisogno di un ricostituente. Solo a dire e fotografare e posare, è finito da un dì il ben ragionare. Comodo coglionare e insultare, non con impegno lavorare e studiare. La colpa è sempre degli altri, noi siamo i più bravi, i più scaltri. Sulla carta tutti grandi maestri, in verità più che maldestri. […]

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Di notte, di giorno, di maggio, con un po’ di teatro

La notte di maggio, si sa, bella com’è innamorare ci fa. Inebria anche i cuori più duri di un aroma di foglie e di fiori. Non è più come prima un’ode allo stare in cantina. È il ravvivarsi dei sensi, più vibranti che assenti. Lavorare si può, fino a tardi e anche no. Quello che conta non è dimenticarsi di sé. È stare bene anche se sono distante da te. Tu che ami il gelato, io che faccio un po’ di teatro. Storpiando la rima, riprendendo una vena bambina. Dicendo che no, non è proprio vero che fa tutto il […]

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La scrivana e lo scrivente. No, la scrittrice e il traduttore

C’era lei, la @copydimare, che, pur avendo già scritto e pubblicato svariati racconti e, da ultimo, anche un primo libro, tutti più che ben accolti, si ostinava ancora a definirsi “scrivana”, in linea con la distinzione da lei fatta tra “scrivano” e “Scrittore” nel memoir dall’emblematico titolo Lo scopriremo solo scrivendo. L’odissea occupazionale di un’operaia della parola (Panda Edizioni, aprile 2015). V[oce] F[uori] C[ampo], tono petulante: “Come sarebbe a dire, ‘scrivana’? Chi scrive, non è piuttosto uno Scrittore?” Urge fare chiarezza, paragonare i sostantivi. Distinguere tra lo Scrittore, che scrive soprattutto per passione, e lo scrivano, che lo fa per […]

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