Pe bbè, no’ pe mmale

Lu magnà (manche troppe bbè, se une va bbè a vvedé), lu bbeve (quille seprattutte, seprattutte li più ggiovene), lu matteià (mo più de tutte che nu cellulare tra li mà), lu schepà (ma manche troppe, o manche troppe bbè, a sentì e guardà de qua e de llà), lu pallo (ma no’ come ’na vòdda, quanne ce stava ancora Custandì) o lu ballà (lli puoche che se sa ancora reggerà), lu i a spasse (quiste tante, facenne la vita commeda, più che sse pò), lu fa li spertive (quaccune esaggerate, quaccune iuste ’na nzegna). Ecche quille che ogge ce […]

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«I vestiti non avevano sostituito i libri»

Per sfuggire al tedio e alla mestizia di giorni di fine luglio che di tutto sanno meno che di un’estate alacre, pimpante, calda e luminosa, nonché sottrarmi al “mosciume” che pare essere la nota dominante della vita in Italia in questo periodo (di fatto, la parola e il concetto che ultimamente si sentono ripetere più spesso, quasi in ogni ambito, in risposta alla domanda “Come va?”), e in attesa altresì di vedere riaffiorare e coltivare «nuova intensità e nuova poesia di vita», riprendo la lettura di Edgar Morin, nell’autobiografia La mia Parigi, i miei ricordi (Raffaello Cortina Editore, traduzione di […]

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Elevarsi

Quante cose hanno da dire gli anziani, se solo gli dai un po’ di spago. Se poi sono sempre stati degli artistoidi, quando iniziano a parlare sono un fiume in piena. Prendi Agata, la maestra-pittrice-locandiera che al momento di pagare ama trattenere i clienti. E a una coppia di loro, in un giorno di Pasquetta, confida: «Tante volte avrei voglia di dire a questi giovani: “Ma elevatevi un po’! Tornate a studiare!” Invece no, non c’è sostanza, non c’è una base sulla quale interagire. Ma voi? Voi non siete sposati, no? E state bene così? Ah, allora non vi sposate, […]

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