Il tempo (non) passa

Succede d’estate, puntualmente, che ci riproponiamo di leggere questo libro nuovo e quell’altro, comprati più o meno d’impulso negli ultimi mesi, quando non anni, e messi via, a prendere polvere, per mancanza di tempo o di voglia. Altrettanto puntualmente succede in realtà che ne facciamo ben poco di questo proposito. Come puntualmente succede invece che è qualche libro del passato in cui ci siamo imbattuti molto casualmente, su una bancarella dell’usato per esempio, a richiamare con maggiore forza la nostra attenzione e a reclamare di essere, se non letto da capo a fondo, sfogliato e campionato. E puntualmente, ça va […]

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Interludio #28

«“Divertirsi” a riordinare bollette e scartoffie varie. Anche a questo servono i giorni di stacco estivo: curare ciò che hai sempre rimandato.» Così leggeva in un foglio riemerso tra la montagna di carte arretrate da cernere, fascicolare e riporre oppure stracciare e buttare, dopo anni che rinviava la fastidiosa e impegnativa operazione. E sempre in quel foglio – data imprecisata: tre anni prima? O magari cinque? – scopriva di avere altresì annotato: «Ampiamente superata la metà del cammino di questa vita, è sempre tutto da ridefinire. E ogni estate segna viepiù un trapasso, un andare oltre.» E per finire una […]

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Quella vacanza estiva

Il primo luglio, che arrivava sempre incredibilmente troppo presto, cominciava la stagione del fieno, la quale assicurava la sopravvivenza degli animali durante l’inverno. Nei mesi estivi, mentre gli animali si facevano floridi, grassi e boriosi, noi, i loro padroni, diventavamo sempre più magri, irritabili e rossi come gamberi; spesso ci alzavamo prima dell’alba e certe volte lavoravamo fin dopo il calare delle tenebre. Solo i cavalli parevano condividere il nostro ingrato lavoro e la nostra perdita di peso; le escoriazioni causate dai collari e le irritazioni provocate dalle cinghie dei finimenti ci lasciavano sulle mani calli e vesciche. Talvolta la […]

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Arnaldo Cipolla e il «sentimento “pioniero” degli italici immigrati» in America

Viene sempre utile frugare fra le bancarelle dei libri usati, come aprire periodicamente a caso uno dei libri così rimediati. Guarda per esempio che salta fuori aprendo a pagina 119 Nell’America del Nord. Impressioni di viaggio in Alaska, Stati Uniti e Canada, di Arnaldo Cipolla, pubblicato da Paravia nel 1928. Ebbene, benigno lettore, vivendo nel West, ho imparato che l’intensità dell’applicazione americana al lavoro è un magnifico bluff. Anzi è il bluff più colossale che gli americani abbiano diffuso sul loro conto. In primo luogo, su cento americani, il 35% soltanto, se pure, lavora effettivamente, produce; mentre il 65% si […]

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A matter of translation

181. Pharmakon means drug, but as Jacques Derrida and others have pointed out, the word in Greek famously refuses to designate whether poison or cure. It holds both in the bowl. In the dialogues Plato uses the word to refer to everything from an illness, its cause, its cure, a recipe, a charm, a substance, a spell, artificial color, and paint. Plato does not call fucking pharmakon, but then again, while he talks plenty about love, Plato does not say much about fucking. 182. In the Phaedrus, the written word is also notoriously called pharmakon. The question up for debate […]

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