Interludio #26

Venne l’estate, vennero lavori e pratiche da sbrigare, vennero appuntamenti da non saltare, vennero impazzimenti vari, venne l’assenza di tempo per stare fermo a leggere e pensare e magari scrivere frasi oltre le 140 battute. Venne l’estate poco estate, apprensiva, affannosa, sfinita, bisognosa di fresco, bisognosa di quiete. Venne l’estate e, con tutto che non andasse per niente al massimo, sempre estate era. Venne l’estate, e venne il commiato estivo.

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La sera di maggio

Poi, se non è bello maggio, quando riesce il sole dopo giorni di pioggia ed è tutto così promettente nella campagna che è intorno, che cosa lo è? E la sera, dove la trovi una sera suadente e poetica come quella di maggio? La sera, torna sempre la sera col suo fare ammaliante, con un che di speciale: forse il silenzio di fondo che bene s’accorda con me, forse il sollievo insomma che anche oggi è andato, forse lo stare del pensiero sospeso, come incantato, a non volere alcunché. È poi sublime la sera di maggio quando stare di fuori […]

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I tempi del disamore. E il tempo di nuovi amori

[Riprendendo – e completando, forse con eccesso di rosolio – un vecchio post.] Quant’è il tempo necessario per liberarsi di tutti i detriti di un lungo amore – dapprima intenso, poi contrastato, infine rovinosamente perso – e non pensarci più? Sei mesi? No, un’inezia: ancora troppi i ricordi belli e tentatori; troppe le ferite ancora dolenti. Un anno? Nemmeno: è forse il momento in cui più forte è la smania di riprovarci, ma, in genere, finendo per farsi ancora più male e rilasciarsi in più malo modo. Due anni? Già si comincia a ragionare meglio, specie avendo avuto il buonsenso, nel […]

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Memoir, longform, nonfiction. O, così leggeva

Leggerli soltanto, i libri? No, studiarli per bene, dal primo all’ultimo finito tra le nostre mani. Allora forse se ne scriverebbero di meno, se ne scriverebbero di migliori: un bel guadagno. E imbroccato un filone di lettura, insistere, fino a non poterne più. Così pensava. Così annotava. Così leggeva. Ora era tornato con forza sul filone dei memoir. Una passione iniziata suppergiù da quando aveva letto in originale – e subito dopo proposto per la traduzione (accolta) – Stop-Time di Frank Conroy (uno dei prototipi del moderno memoir americano, come aveva letto e mandato a memoria), dunque undici anni prima. […]

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Se la testa protesta

Poi alla fine succede: è la testa che si rimette a protestare, e non soltanto il corpo. E protesta non perché sia troppo oberata: cioè, sì, ma solo nel modo sbagliato o a lei non più congeniale. Se la testa protesta è perché avverte di non essere utilizzata a dovere, in linea con le sue capacità, con le attitudini che ha coltivato e sviluppato nel tempo; in linea con le energie che potrebbero di nuovo liberare quei muscoli cerebrali potenziati in anni di intenso allenamento e pratica alacre, se solo fossero finalmente messi nelle condizioni di tornare a lavorare come […]

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