Dove comincia l’Abruzzo
Prima serata, ieri, del MartinBook Festival*, a Martinsicuro, sulla sponda abruzzese della foce del Tronto. Sinteticamente: ottime impressioni da Alcide Pierantozzi (mai visto e nemmeno letto prima), che per i suoi 29 anni dimostra, da come si pone, da come ragiona e, naturalmente, da come, cosa e dove scrive, di avere nettamente un altro passo rispetto al giovane scrittore ordinario. Per il resto, dei nuovi scrittori per l’Abruzzo presentati prima di lui, l’unico libro che sarei stato tentato di comprare se non avessi lasciato a casa i soldi (ottima strategia involontaria per non continuare a sommergersi di libri che perlopiù non si leggeranno) è Dove comincia l’Abruzzo, racconto del viaggio in corriera di Paolo Merlini e Maurizio Silvestri «sulle strade d’Abruzzo, terra promessa di tutti i vagabondi del Dharma, e […] l’esotico più vicino a casa nostra». Potrebbe meritare.
* Non affascinano più troppo i festival letterari (resto del parere che: «Tutta questa “eventizzazione”, spettacolarizzazione, teatralizzazione e, in generale, mediatizzazione spinta di tutto ciò che ruota intorno al libro, la lettura, la scrittura, la stessa traduzione: uff! All’inizio può anche piacere e attrarre fortemente; dopo un po’, che barba, che noia, che voglia di tenersene lontani! Che voglia, soprattutto, di girare al largo dai gruppi e i gruppuscoli che, inevitabilmente, di questi eventi costituiscono il nucleo propulsore, la compagnia di giro, il grosso degli ospiti fissi»), ma andare almeno a vedere come si presentano quelli locali non è un peccato: è fare una rapida ricognizione sullo stato della cultura nei paraggi di dove si abita, quegli stessi luoghi da cui molto spesso si vorrebbe – a torto o ragione – soltanto fuggire.